Dimenticare come zappare la terra e curare il terreno significa dimenticare se stessi (Mahatma Ghandi)
Oggi siamo purtroppo abituati a vedere che nelle serre industriali viene coltivato lo stesso ortaggio quali per esempio pomodori, peperoni, zucchine anche per decine di anni.
Questo uso innaturale del terreno implica che il primo strato di terra (30 cm circa), sia praticamente sostituito ogni anno con trattamenti particolari ed arricchito usando una molteplicità di concimi chimici che stressano il terreno ed intossicano i frutti della terra.
Esiste invece un sistema antico e naturale per lo sfruttamento sostenibile del terreno e per la coltivazione del nostro Orto Familiare, la rotazione delle colture.
Regola generale è che nessuna coltivazione deve seguire se stessa e ripetersi sulla stessa particella di terreno. Questo perché ogni ortaggio assorbe elementi nutritivi dal terreno in modo selettivo esaurendone alcuni e permettendo l’accumulo di altri. Inoltre ogni ortaggio è attaccato da virosi e parassiti specifici, che possono instaurarsi nel terreno se si ripetono le condizioni che hanno reso possibile il primo attacco.
Esiste una suddivisione degli ortaggi in famiglie con caratteristiche simili, sia per esigenze nutritive, che per problemi sanitari. Così nella rotazione un ortaggio non dovrà seguire se stesso, ma nemmeno uno della stessa famiglia.
Rotazione su base quadriennale
- Anno uno: leguminose
- Anno due: ortaggi esigenti che si avvantaggiano dell’azoto fissato dalle leguminose e di una ricca concimazione (pomodoro, zucchini, cetriolo, melanzana, cavoli, porro, sedano
- Anno tre: ortaggi mediamente esigenti (cipolla, aglio, verdure da foglia, ravanello
- Anno quattro: ortaggi poco esigenti (prezzemolo ed altre erbe aromatiche, carote, spinaci.