I fiori rivestono un ruolo fondamentale nell’orto e non si tratta di un semplice capriccio estetico.
I fiori vanno piantati anche nell’orto perchè oltre a rallegrare con i loro colori hanno molte funzioni positive sugli ortaggi, uno fra tutti, attireranno insetti amici e pollinatori che aiuteranno le nostre piante a portare più frutti ed a combattere gli insetti parassiti.
Se si seminano fiori commestibili come la calendula, la borraggine, il girasole o le violette sarà poi possibile mangiarli in insalata.
I fiori rendono l’esperienza orticola sensorialmente più piacevole, tolgono all’orto quell’aura di spazio utilitaristico, poco estetico, da sfruttare ed impoverire, rendendolo invece quasi un piccolo angolo di paradiso e di abbondanza, un angolo magico, dove passeggiare ed assaporare i frutti dei nostri sforzi. Uno spazio di diversità cromatica (non solo verde-verde-verde dappertutto, ma anche qualche tocco di colore qua e là) ed adatto così ad essere posizionato anche in aree più visibili, magari davanti casa.
I FIORI ALLEATI PER IL NOSTRO ORTO
Per chi fa orto è molto utile coltivare fiori, non solo perché sono belli da vedere e permettono di vivere un ambiente gradevole tra colori e profumi. I fiori sono preziosi perché contribuiscono a creare un ecosistema equilibrato e ricco di biodiversità. Progettando l’orto biologico bisogna prevedere degli spazi dedicati a fiori ed erbe aromatiche, si può pensare di realizzare bordure oppure un’aiuola centrale oppure ancora seminare fiori sparsi tra gli ortaggi.
I fiori sono esteticamente un regalo prezioso per gli occhi di chi lavora nell’orto ma anche di chi va a visitarlo per raccogliere qualche frutto o per chi passa qualche momento nel verde dove la bellezza delle forme, dei colori e dei profumi sprigionati dai fiori riesce a dare ai sensi dell’essere umano una serenità, una pace e un senso di appartenenza al mondo che sono ovviamente impagabili.
La presenza di alcune piante in fiore, coltivate fianco a fianco a verdure annuali, alberi e arbusti, apporta numerosi benefici, primo fra tutti quello di attirare i pollinatori. Se le piante vengono scelte con cura e se selezioniamo quelle che attirano, per esempio, predatori benefici (che si nutrono di quelli che fanno invece danni) oppure se scegliamo altre, come le erbe aromatiche, che manifestano dirette proprietà repellenti, i vantaggi saranno davvero significanti.
Inoltre, molti fiori sono commestibili e possono diventare così un’altra risorsa alimentare della terra. I fiori sono ricchi dei più comuni nutrienti come carboidrati, grassi, proteine ma in particolare contengono vitamine. I fiori si possono utilizzare in vari modi, per cosmesi e medicina naturale e per fare tisane e decotti, ci sono anche fiori eduli che si mangiano e possono colorare le insalate.
In sintesi, cinque motivi per coltivare fiori:
- Valore ornamentale delle piante fiorite;
- Aumento della biodiversità dell’ambiente;
- Capacità di attrarre insetti utili;
- Alcuni fiori, quelli edibili, si potranno raccogliere e mangiare;
- Coltivando varietà aromatiche e officinali, sarà possibile ricavare tisane e decotti benefici.
QUALI FIORI SCEGLIERE
Ipomee, fiordalisi, calendule, zinnie, piselli odorosi e salvia sono solo alcuni dei fiori da giardino che sono perfetti anche per l’orto. Vediamo come seminarli e come curarli per avere un orto e un giardino sano e produttivo.
Circondarsi di piante e fiori utili non solo fa bene alla vista ma anche al proprio animo.
Ecco allora alcuni tra i fiori utili da piantare nell’orto ed una tabella con alcune piante che attirano animali ed insetti utili.
ACHILLEA
L’achillea, appartenente alle Asteracee, è una piantina infestante molto comune nei prati. Può avere fiori bianchi o più o meno rosa ed è molto facile da riconoscere.
Attira tanti impollinatori ed altri insetti benefici e sembra allontanare formiche e mosche, come bordura aiuta la maggior parte degli ortaggi, è perenne, è resistentissima alla siccità e cresce bene anche in terra argillosa, è più longeva quando coltivata in suolo povero, si può usare come attivatore del compost, migliora la fertilità del suolo, dalle foglie si può ottenere un fertilizzante liquido.
Viene utilizzata in erboristeria come calmante, cicatrizzante ed emmenagogo. Ai fini eduli può essere aggiunta alle minestre o alle insalate e viene usata in amari e digestivi. È una buona erba da prato, un tempo veniva considerata un ottimo rimedio contro la scabbia degli ovini.
BORRAGINE
La borragine officinale o borragine selvatica, botanicamente nota come borago officinalis, è una pianta erbace annuale della famiglia delle Boraginaceae. Questa pianta cresce spontaneamente in gran parte dell’Europa, Italia inclusa. Non appena arrivano i primi tepori primaverili, i prati si riempiono di questo meraviglioso fiore dalla forma di stella e dal colore blu acceso. La coltivazione della borragine è molto diffusa sia per la produzione dell’olio dei suoi semi, sia per le sue proprietà nutrizionali e per gli usi in cucina.
Attira le api del miele, e stimola la crescita delle fragole quando viene piantata vicino ad esse. Inoltre, se seminata accanto ai pomodori, tiene lontani gli insetti nocivi, come ad esempio i bruchi.
Il nome deriva dal latino borra (tessuto di lana ruvida), per la peluria che ricopre le foglie. Altri lo fanno derivare dall’arabo abu araq (padre del sudore), attraverso il latino medievale borrago, forse per le proprietà sudorifere della pianta. Alcune autorità ritengono invece che il nome latino Borago, da cui il nostro nome popolare è preso, sia una corruzione di corago, da “cor” ovvero cuore, e “ago”, ovvero “portatore”: portatore di coraggio, per la sensazione di cordialità che offre questo fiore.
La pianta è ricoperta da una ruvida peluria, e può crescere fino a 70 cm di altezza. Il fusto è eretto con foglie ovali, ruvide e piuttosto rugose. I bellissimi fiori a forma di stella sono posizionati in grappoli sparsi: hanno cinque petali che all’inizio sono di un colore simile al viola, ma poi diventano blu.
Delle Borragine si utilizza quasi tutto: le foglie, i fiori e i semi, da cui si ricava l’olio. Le foglie, e in maniera minore i fiori, sono solitamente usati freschi.
Della Borragine si usano i fiori canditi per la decorazione delle torte. I fiori freschi si uniscono alle insalate. Le foglie giovani, tritate, si mescolano crude nelle insalate o nei formaggi freschi, mentre cotte si consumano come gli spinaci. Si cucinano semplicemente con un po’ di olio e aglio, dato che il succo della pianta sarà sufficiente a mantenere l’umidità necessaria.
Ha proprietà diuretiche ed emollienti, è molto usata per la febbre e i disturbi all’apparato respiratorio. Grazie ai suoi costituenti salini, promuove l’attività dei reni e per questo motivo viene impiegata per espellere i catarri febbrili. Le sue qualità emollienti sono dovute alla mucillagine contenuta nell’intera pianta.
La borragine è ben nota per le sue qualità calmanti ed è stata usata per trattare vari stati di nervosismo. I suoi naturali effetti sedativi sono validi per alleviare la depressione e per regolare l’equilibrio ormonale femminile, spesso associato alla menopausa e ai cicli mestruali.
La borragine contiene potassio e calcio, combinati con acidi minerali. A causa della presenza di nitrato di cloruro di potassio, quando la pianta viene bruciata, emette piccole scintille con un leggero suono esplosivo. Uno dei nutrienti più importanti, sono gli acidi grassi essenziali, di cui il nostro corpo ha bisogno per essere sempre in forma. Molto rinomato l’olio di Borragine, che è molto ricercato per gli effetti positivi che ha sul cuore, sulle arterie e per la capacità di ridurre l’accumulo di colesterolo nel sangue. Quest’olio si ricava dai semi, ed è ricco di acidi grassi polinsaturi, omega-3 ed omega-6.
È importante non esagerare con il consumo a crudo di questa pianta, poiché le foglie contengono piccole quantità di alcaloidi nocivi per il fegato. Pertanto, è meglio non consumarla se si hanno problemi epatici. Se si usa frequentemente la Borragine, è bene consumarla da cotta: la cottura riduce l’azione degli alcaloidi. Tisane e infusi sono inoltre controindicati durante la gravidanza e l’allattamento
CALENDULA
La Calendula appartiene alle Asteracee (dette anche Composite), famiglia botanica dell’Ordine Asterales. Le Asteracee sono una famiglia di piante dicotiledoni (piante a fiore nel cui seme l’embrione è dotato di due cotiledoni, foglie embrionali), per la maggior parte erbacee.
Le accese corolle della calendula (Calendula officinalis) faranno apparire il vostro orto bellissimo, soprattutto se faranno compagnia al tagete e al nasturzio. La calendula oltre ad attirare api, farfalle e molti altri insetti benefici con i suoi fiori dai colori accesi, ha la capacità di allontanare i nematodi dal terreno.
I suoi fiori sono commestibili, dal gusto amarognolo e leggermente salato, sanno dare un tocco di colore unico alle minestre e alle insalate. Hanno anche tante proprietà benefiche per la pelle, soprattutto quella delicata dei bambini, e possono essere utilizzati per preparare un ottimo Oleolito di Calendula. Se strofinata, la pianta, emana un gradevole profumo, non forte, ma caratteristico.
La peculiarità delle Composite è l’infiorescenza a capolino, composta, cioè, da un insieme di piccoli fiori compatti tra loro. Di questa famiglia fanno parte, oltre alla Calendula officinalis, la Matricaria recutita, da cui si ricava l’infuso di Camomilla, il Taraxacum officinalis, Tarassaco, l’Artemisia vulgaris, Artemisia, e molte altre. La Calendula può raggiungere fino a 70 cm di altezza. Presenta la radice fittonante, il fusto ramificato e ricoperto da peluria e foglie lanceolate a margine intero o leggermente dentato.
CAMOMILLA
Tutti noi conosciamo la camomilla: quella bella margherita bianca che nell’immaginario comune è subito associata alle tisane rilassanti. Non tutti sanno però che la camomilla può essere sfruttata anche come antiparassitario: coltivata vicino ai porri tiene lontana la tignola del porro.
La pianta di camomilla (Matricaria camomilla) si trova facilmente allo stato spontaneo, appartiene alla famiglia delle Composite, è un’annuale erbacea con fusto eretto, alto circa 50 cm, e molto ramificato. Le foglie sono di colore verde chiaro e le infiorescenze sono capolini che compaiono in un arco di tempo compreso tra maggio e settembre, sono numerose e profumate.
Anche se la pianta è tutta profumata, per l’utilizzo si prendono principalmente i capolini, fioriscono da maggio a settembre, quando sono in piena fioritura, perché sono alla loro massima concentrazione di principi attivi e la loro fragranza è intensa.
La camomilla ha diversi usi ed è elencata tra le piante officinali: l’infuso, come è noto, allevia stati ansiosi, ma anche mal di testa, mal di stomaco e dolori mestruali. Il fiore di camomilla si può usare anche in altre preparazioni, come ad esempio le insalate, nel pesce cotto in modo semplice come alla griglia o al vapore, o anche aggiungendone una manciata al brodo per dare un tocco dolciastro e delicato (e rilassante).
CONSOLIDA MAGGIORE (IBRIDA)
La consolida maggiore (nome scientifico Symphytum officinale) è una pianta erbacea perenne, a fiori penduli, della famiglia delle Boraginaceae. E’ una pianta usata dall’essere umano da millenni, soprattutto a scopo medicinale dall’azione antinfiammatoria e cicatrizzante utile contro disturbi digestivi, diarrea, artrosi e crampi muscolari. Di consolida maggiore ne esistono circa 20 sottospecie. Sono presenti sul territorio italiano 6 specie di Symphytum, due delle quali sono endemiche: una in Sicilia e l’altra in Toscana. La consolida ibrida di cui andremo a parlare invece è una delle tante consolide esistenti, derivate da un incrocio tra la consolida maggiore ed altre consolide selvatiche.
Particolarmente utile come pacciamatura per gli alberi da frutto o come barriera per la gramigna, la consolida ibrida è una pianta multifunzionale per eccellenza e trova un posto speciale nel giardino o terreno di tanti affezionati estimatori della Permacultura e dell’Agricoltura Sinergica.
La consolida ibrida potrebbe essere una delle piante che aiutano a rigenerare il suolo in spazi ristretti e senza troppo lavoro se non quello dell’impianto iniziale e dei tagli successivi. Crea suolo velocemente, può essere usata per fare biomassa (intesa come quantità di materia organica derivata dalle sue foglie), ricicla i vari nutrienti, accumula minerali da strati di terreno dove raramente le orticole arriveranno con le loro radici.
COSMEA
La Cosmea (Cosmos bipinnatus) è una pianta appartenente alla famiglia Asteraceae. Si tratta di una specie ornamentale molto frequente nei giardini a clima temperato. ha la particolarità di espandersi in un’ampio cuscino, grazie alla quale è possibile formare graziosi cespugli ornamentali tondeggianti. Non ha esigenze idriche particolari,è facile da coltivare. Durante la fioritura (continua per tutta la primavera e l’estateche prosegue fino all’autunno) questi cespugli si trasformano in suggestive macchie di colore sgargianti nelle tonalità del viola e del rosa.
Attira le api e le farfalle.
CUMINO
La pianta del cumino, il cui nome scientifico è “Carum carvi”, appartiene alla famiglia delle ombrellifere come altre specie aromatiche quali aneto, finocchio selvatico, cerfoglio e coriandolo.
Si tratta di una pianta che è interamente commestibile, dalle foglie alle radici, ma nella maggior parte dei casi vengono impiegati i semi, sopratutto in erboristeria, ma anche in campo culinario.
Seminata qui e la nell’orto ammorbidisce il terreno ed attira insetti pronubi.
Originaria di tutti quei paesi che si affacciano sul mar Mediterraneo e viene coltivata nella maggior parte degli stati europei ed asiatici, sopratutto come pianta aromatica e medicinale. La pianta di cumino si caratterizza per la produzione di piccoli cespugli che sono formati da fusti rigidi ed eretti, su cui crescono delle piccole foglie dalla forma allungata e di colore verde.
Nel corso della primavera inoltrata e dell’inizio della stagione estiva, produce delle piccole infiorescenze e a forma di ombrello, con una colorazione bianca o rosa. In estate, produce dei piccoli semi che presentano un profumo piuttosto pungente.
FIORDALISO
Il fiordaliso è un fiore colorato e profumato originario dell’Europa, dell’Asia e dell’America settentrionale. I nomi scientifici di questa pianta (Cyanus segetum e Centaurea cyanus) derivano da due episodi della mitologia romana. Il primo riguarda il mito della dea Flora e di Cyano che venne trovato morto tra i fiordalisi. Il nome di Cyano dà il colore al fiore. Il secondo riguarda il mito del centauro Chirone, per questo il fiore prende il nome di Centaurea. Segetum invece viene dal latino seges che vuol dire campo di grano, luogo dove cresce il fiordaliso.
Queste piante, annuali, sono alte circa 60 cm, con fiori blu, gialli, rosa o bianchi; hanno foglie alterne, solitamente verde brillante, in alcune specie grigio-argento, ricoperte talvolta da una fine peluria biancastra. I fiori sbocciano su lunghi steli, solitamente riuniti in mazzetti, con i fiori interni fertili e quelli esterni sterili. I colori possono essere vari: il colore tipico del fiordaliso è certamente il blu, ma ci sono specie rosa, viola, gialle e bianche.
Nell’orto è fondamentale in quanto attira sirfidi e coccinelle insetti utili per eccellenza.
Le proprietà benefiche del fiordaliso sono note sin da tempi antichissimi. Gli estratti dei fiori, in particolare, svolgono un’azione astringente, antinfiammatoria e diuretica. In fitoterapia, trova applicazione sopratutto per la cura degli occhi. I colliri a base di fiordaliso sono ideali per gli occhi arrossati o affetti da congiuntivite.
Sotto forma di infuso, è un ottimo rimedio decongestionante per il trattamento esterno delle palpebre arrossate e della bocca screpolata. L’azione antinfiammatoria e astringente di questa pianta la rende un valido rimedio per la tosse, un diuretico e un astringente naturale. Queste virtù benefiche sono dovute alla presenza di flavonoidi e altre sostanze antiossidanti. Non a caso, i fiori di fiordaliso sono spesso utilizzati in infusi, lavande o compresse utili a contrastare le infiammazioni del cavo orale o del tratto intestinale.
IPOMEA
L’Ipomoea è un genere ricco di specie annuali e perenni, rampicanti e arbusti, delicati e semirustici. Le piante che appartengono a questo genere e che fanno parte della famiglia delle Convolvulaceae comprendono quelle specie note con il nome comune “campanella”.
L’ipomea è una pianta originaria dell’ America centrale e Asia. La particolarità di questa pianta sono i fiori, che si aprono al mattino, ma si richiudono presto col pieno sole; col tempo coperto restano invece aperti per parecchie ore.
I fiori attirano api ed insetti pronubi, inoltre i tuberi di alcune specie vengono usati come alimenti.
L’Ipomoea batatas, nome scientifico della nota patata americana o patata dolce nativa dell’America tropicale e caratterizzata da una radice tuberosa che fu introdotta in Europa da Cristoforo Colombo. E’ principalmente utilizzata in numerosissimi paesi di tutto il mondo come alimento e secondariamente come specie ornamentale.
LAVANDA
La lavanda è una pianta tipica dell’area mediterranea, cresce soprattutto sugli Appennini e si caratterizza per i suoi fiori dal profumo intenso ma moltopiacevole.
La bella e profumata lavanda non è soltanto una splendida pianta ornamentale ma è anche una pianta molto utile, ricca di proprietà benefiche si presta a vari impieghi, dalla cucina alla decorazione profumata. Porta molti vantaggi all’orto attraendo insetti utili. Svolge un’azione repellente nei confronti di pulci, mosche, zanzare e degli afidi della rosa oltre ad allontanare anche le formiche, che non fanno danno diretto alle piante ma diffondono e proteggono gli afidi dai quali ottengono in premio la melata, sostanza zuccherina “di scarto”.
Riassumendo, questi sono i vantaggi che offre la lavanda:
– con i suoi splendidi fiori viola profuma e abbellisce l’ambiente;
– con la sua fioritura nell’orto attira gli insetti pronubi, insetti preziosi per l’impollinazione.
– è una pianta officinale con proprietà positive per il benessere;
– anche se poco usata nelle ricette, la pianta ha anche interessanti applicazioni in cucina;
– i suoi fiori essiccati possono formare ghirlande o essere utilizzati per profumare la biancheria;
– è un’ottima pianta mellifera, che aiuta le api in periodi di scarsa fioritura da cui ottenere un miele molto pregiato;
MONARDA
La pianta Monarda Didyma, più comunemente chiamato Bergamotto e detta anche té d’Oswego, fa parte della alla famiglia delle Labiate originaria del Nord America. È un genere di erbacee che si caratterizzano per il fogliame profumato, di té o di bergamotto appunto, che sanno offrire una esuberante fioritura formata da tanti piccoli fiori con petali ricurvi riuniti in infiorescenze dalla forma di corona.
Oltre ad essere usata come pianta ornamentale molto decorativa, la Monarda didyma è usata anche per i suoi profumatissimi fiori e per le proprietà terapeutiche ricavate dalle sue foglie.
Si sviluppa come un folto cespuglio di foglie lunghe lanceolate alto fino a un metro compatto e piacevole. Profuma di menta e le foglie, dopo essere essiccate, vengono usate per preparare bibite, tisane o anche sacchetti profumati. Dai fiori invece si ricava un olio essenziale molto usato nelle profumerie.
NASTURZIO
Il Nasturzio (Tropaelum majus) detto anche tropeolo o nasturzio è una pianta che non dovrebbe mai mancare nell’orto biologico.
Si tratta di una pianta di origine Sudamericana, più precisamente del Peru, i fiori hanno un delicato profumo di miele e sono graditi alle api e anche le foglie se stropicciate profumano leggermente. I fiori possono essere di diversi colori, in genere scelti tra la gamma dei toni caldi, dal giallo all’arancione rosso.
Non è soltanto per i suoi bei colori giallo-arancio o per il suo aspetto leggero e spontaneo che dobbiamo coltivarlo, ma anche perché è commestibile e perché attira gli impollinatori e molti insetti utili, contribuendo ad allontanare ospiti indesiderati dal nostro orto, come afidi, lumache e formiche.
Si può seminare sotto altre piante come una sorta di pacciamatura vivente in modo da mantenere il suolo bello umido, è commestibile, va bene anche in suolo povero. Un delicato rampicante annuale, il nasturzio si abbina perfettamente al pomodoro, ma anche ai fagioli, poiché tiene lontani gli afidi, inoltre la sua vegetazione è tra le preferite della cavolaia, tanto che ne sarà la prima vittima avvertendovi precocemente dell’infestazione. La spiccata cromaticità dei fiori del nasturzio li rende perfetti per decorare e abbellire ogni tipo di pietanza.
Il nasturzio si può impiegare come se fosse una trappola, non appena avvistate danni da morso alle sue foglie iniziate la lotta contro questo temibile nemico. Un tempestivo intervento salverà i vostri cavoli. Fiorisce da giugno ad ottobre e non ha problemi particolari né di temperatura né di irrigazione: da trapiantare nell’orto in maggio, fine aprile in mezzo alle varie orticole.
NIGELLA SATIVA
La Nigella sativa, detta comunemente cumino nero, è una pianta annuale della famiglia delle Ranunculaceae, originaria del sud-ovest asiatico.
La Nigella ha proprietà aromatizzanti, diuretiche ed espettoranti. Nell’orto attira gli insetti pronubi e le api ne sono golose.
Apprezzata dagli egizi, è una spezia che conosce sin dall’antichità un consueto uso nella gastronomia. Sebbene sia sconosciuta la loro funzione nella cultura egiziana, diversi ritrovamenti ci dicono che i semi e l’olio della pianta dovevano avere un ruolo rilevante se selezionati per accompagnare il faraone dopo la vita, infatti i semi sono ritrovati in diversi siti archeologici (nella tomba del faraone Tutankhamon c’erano anfore colme di olio di nigella). In epoca medievale Carlo Magno indicava la pianta come una di quelle indispensabili nell’orto. La tradizione araba chiamava “semi benedetti” i frutti della nigella seguendo sia l’indicazione del Profeta che consigliava di usarli sempre poiché curavano tutte le malattie, tranne la morte; sia le ricerche di studiosi come Avicenna (Ibn Sina) nel “Canone della Medicina”, che sostenevano come semi del grano nero avessero la proprietà di stimolare l’energia corporea. Recenti studi scientifici confermano il valore terapeutico attribuito alla pianta, ad essa viene riconosciuto addirittura il potere di “regolatore del sistema immunitario”, utile per contrastare le malattie degenerative.
ESCOLZIA – PAPAVERO DELLA CALIFORNIA
I papaveri non posso mancare nell’orto perché sono il primo alimento di sirfidi che si nutrono degli afidi.
L’Eschscholtzia californica è una Papaveracea, originaria del Nord America nota è col nome comune di Escolzia o Papavero della California. Pianta vigorosa, gradisce esposizioni soleggiate, teme il gelo, non sopravvive alle temperature invernali, per tale motivo vengono coltivate come annuali. I fiori del papavero californiano sono di differenti tonalità di colore che variano dal rosso all’arancione, dal giallo al bianco.
È una pianta officinale nota per le sue proprietà contro insonnia e stress. Si usano la parte aerea e le radici. Ha una attività sedativa, ipnoinducente, analgesica, utile per l’insonnia, il nervosismo, l’ansietà, lo stress, la depressione, la distonia neurovegetativa, le sindromi dolorose, l’emicrania, gli spasmi da colica e biliari.
PETUNIA
Le petunie, note per la bellezza dei fiori che producono a profusione con continuità, sono molto popolari nei giardini e nei vasi di molte case.
Non è usuale incontrare la bella e colorata petunia in un orto, tuttavia se si hanno problemi con le patate è possibile servirsi di questo fiore per proteggere la coltivazione.
La petunia, infatti, tiene lontano uno dei peggiori parassiti della patata, la dorifora Basta realizzare una bordura perimetrale di petunie come deterrente naturale e otterrete una discreta protezione da questo parassita e in più donerete al vostro orto un tocco estetico insolito quanto notevole.
PISELLO ODOROSO
Il Lathyrus odoratus, conosciuto come Pisello odoroso, è una pianta erbacea annuale rampicante, appartenente alla famiglia dei piselli, originaria nelle nostre zone. È un rampicante che può raggiungere i 2 metri di altezza: è conosciuto e apprezzato per i fiori a grappoli profumati a forma di farfalla. I piselli odorosi sono molto resistenti al freddo, richiedono temperature tra 4° e 10°(vanno comunque protetti dal gelo).
È una pianta mellifera che attira insetti pronubi e farfalle. Coltivata nel voatro orto aumenterà la biodiversità e regalerà profumo e colore alla vostra esperienza.
ROSMARINO
Il Rosmarinus officinalis è una pianta tipicamente mediterranea. Questa pianta aromatica è un’erba insostituibile in cucina, soprattutto nella cucina mediterranea per carni, pesci e salse ed è la spezia più usata nella cucina mediterranea.
L’etimologia del suo nome è abbastanza controversa: secondo alcuni deriverebbe dal latino “ros” «rugiada» e “maris”«mare» vale a dire «rugiada del mare» secondo altri deriverebbe sempre dal latino ma da “rosa”«rosa» e “maris”«mare» cioè «rosa del mare» secondo altri dal latino “rhus”«arbusto» e “maris”«mare» cioè «arbusto di mare». In ogni modo, qualun-que sia la sua origine, è sempre strettamente legata al mare che lo ricordano anche i suoi de-licati e deliziosi fiori colore del mare.
Respinge molti insetti nocivi, in particolare quelli che attaccano legumi e ombrellifere (carote, finocchio, sedano). Tenendo lontane la cavolaia, la mosca delle carote e l’epilachna, risulta consociabile con cavoli, fagioli, carote e salvia.
Il rosmarino è una pianta ricchissima di olio essenziale responsabile delle caratteristiche aromatiche di questa pianta costituito essenzialmente da pinene, conforene, limonene, flavonoidi, acidi fenolici, tannini, resine, canfora e acido rosmarinico.
Il rosmarino è meglio utilizzarlo fresco in quanto con l’essiccazione perde buona parte dei suoi principi attivi. Si utilizzano sia le foglie che i fiori, che vanno raccolti in piena fioritura, durante l’estate. I rametti con i fiori del rosmarino vanno essiccati appena raccolti, il più velocemente possibile appesi a testa in giù in luoghi asciutti, bui e aerati affinché non perdano le loro caratteristiche. Una volta essiccati, vanno recuperate le foglie e i fiori e conservati in vasetti di vetro sigillati.
SALVIA
La salvia, appartenente alla famiglia delle Labiatae, si presenta come un arbusto sempre verde dal fusto eretto, che può raggiungere al massimo 70 cm. Le foglie hanno una caratteristica forma lanceolata e si presentano piuttosto spesse e dure. I fiori della salvia, di un colore che va dal blu al viola, compaiono generalmente in primavera. Il suo “ciclo” dura circa 5 anni, trascorsi i quali va piantata di nuovo.
Questa aromatica attira le api ed altri insetti pronubi utili per impollinare e che predano i parassiti dell’orto. Come il rosmarino, tiene alla larga la cavolaia ed altri insetti parassiti della carota.
La pianta è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà salutari, ciò che spiega il suo nome, proveniente da “salvus” che significa appunto “sano”. I Galli, in particolare, ritenevano che la salvia avesse la capacità di guarire tutte le malattie e che agisse efficacemente da “deterrente” contro febbre e tosse. Alcuni addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici. I Romani la consideravano una pianta sacra tanto che esisteva un vero e proprio rito per la raccolta (che spettava a pochi eletti), i quali dovevano addirittura indossare un abbigliamento particolare dopo aver compiuto sacrifici. I cinesi ritenevano che la salvia fosse in grado di “regalare” la longevità: nel XVII secolo, un cesto di foglie di salvia veniva scambiata dai mercanti olandesi con tre cesti di tè. Nella medicina popolare, già nel Medioevo, veniva usata come cicatrizzante sulle ferite e piaghe difficili da rimarginare.
La salvia ha proprietà stimolanti per le funzioni dell’intestino e della cistifellea, abbassa la glicemia, diminuisce la sudorazione ed è anche un efficace antiossidante naturale. Sull’apparato respiratorio ha effetto balsamico ed espettorante, è benefica negli accessi di asma.
TANACETO
Il Tanaceto, Tanacetum vulgare, è una pianta erbacea della famiglia Asteraceae (Compositae), di origine Euroasiatica, diffusa allo stato rustico nelle zone temperate dell’emisfero boreale. In Italia, il Tanaceto si trova facilmente come erba spontanea nei campi incolti, lungo i bordi delle strade, dei pendii erbosi di montagna e anche negli orti.
Conosciuto anche come aniceto o atanasia, grazie ai suoi oli essenziali e alla tanacetina, ha un’azione repellente ed è riconosciuto e apprezzato come antiparassitario naturale per la sua capacità di farfalle, dorifere, cimici, verme del lampone, afidi, formiche, nematodi, alcuni acari, cavolaie, pulci e persino i topi con il suo forte odore. I fiori, di colore giallo- oro, attirano con il loro aroma che sa di canfora gli insetti impollinatori e soprattutto le api.
Per questa ragione viene posizionato soprattutto ai bordi dell’orto o delle aiuole, così da evitare l’ingresso di animali aggressivi per le nostre coltivazioni.
I poteri curativi della pianta di tanaceto, da utilizzare per le preparazioni galeniche o come decotto da consumare in bevanda, sono diversi. Risulta essere un valido carminativo, aiutando a diminuire il meteorismo e l’aerofagia; uno stimolante ed eccitante per il sistema nervoso; un vermifugo; un emmenagogo, ossia in grado di stimolare l’afflusso sanguigno verso l’utero delle donne. Utilizzato in alcune creme ha anche proprietà cicatrizzanti e detergenti.
Mi sembra abbastanza per procurarselo e averne sempre una scorta a portata di mano.
TAGETE
Si tratta di una pianta messicana la cui varietà più diffusa è la Tagete patula.
Molto facile da seminare, è una pianta che si adatta molto e non ha molto bisogno di acqua, infatti, possono resistere anche a periodi di terreno secco. Ciò di cui veramente hanno bisogno è la luce, l’esposizione, infatti, deve essere diretta al sole. Inoltre, un piccolo segreto è concimare il terreno.
Attira api, coccinelle e tanti altri insetti utili, inoltre alcune varietà ( tagetes erecta e i tagetes petula), sono perfette per contrastare alcuni parassiti delle radici e permettere la crescita migliorata di alcune tipologie di verdure dell’orto. Hanno una secrezione radicale che li rende ideali vicino al pomodoro, al basilico e ai fagioli, ma non scontentano nessuna orticola.
La varietà dei colori del tagete, dal giallo all’arancio passando per il rosso carminio, lo fa essere un fiore molto bello e decorativo, simile alle margherite ma molto più ricco di petali: la sua crescita è rapida ma non va oltre i 15 cm; se sistemati a distanze adeguate, formano dei piccoli cespugli tondeggianti, ottimi per angoli e bordure.
La loro fioritura si protrae da maggio fino a ottobre a seconda della temperatura.
TIMO
Il timo, Thymus vulgaris, è una pianta aromatica perenne estremamente diffusa ed è tra le più apprezzate ed utilizzate al mondo nell’ambito della cucina, della cosmesi e della medicina erboristica.
Cresce spontaneamente in diversi paesi del Mediterraneo soprattutto in prossimità del mare, ma anche in terreni aridi, sassosi e soleggiati di montagna e di pianura. Fiorisce da maggio a luglio, a seconda della specie. I fiori sono di un colore bianco rosato, e molto ricchi di nettare, perciò sono estremamente ricercati dalle api e da insetti pronubi. Infatti, il timo è una pianta mellifera, e il miele al timo è molto pregiato. Il suo odore tiene lontano le cavolaie
Il timo ha una storia molto interessante. Era utilizzato dagli Egizi durante il processo di mummificazione, come ingrediente per imbalsamare i defunti pensando che l’anima dei defunti potesse risiedere nei suoi fiori; dai sumeri per le sue proprietà officinali. Il nome generico “thymus” deriva etimologicamente dal termine greco “thymos”, che designava il principio della vitalità, il respiro e, metaforicamente, il cuore, secondo i Greci organo della respirazione e sede dell’ira, del coraggio e dell’ardore. L’attributo “thymos” indica un’esalazione di fumo (durante le funzioni religiose si bruciavano rametti di timo), ma anche il vigore fisico e il coraggio che la pianta può infondere, dato che gli antichi Greci ritenevano che il suo aroma apportasse queste due virtù eroiche, tanto che i soldati tonificavano il loro corpo lavandosi con acqua di timo e bevevano tisane per rinvigorire il loro animo.
Anche i Romani sfruttavano le sue proprietà antisettiche per conservare derrate alimentari, per purificare l’aria negli ambienti chiusi, per aromatizzare cibi e formaggi e bruciavano la pianta, credendo che i fumi avrebbero tenuto lontano gli scorpioni. Plinio lo raccomandava come antidoto per le morsicature e il mal di testa, scrivendo: “per il mal di testa un decotto preparato in aceto viene applicato sulle tempie”. Gli Egizi utilizzavano il timo per preparare unguenti per l’imbalsamazione,
Il timo non è solo ottimo per insaporire arrosti e stufati di manzo, montone e selvaggina, per aromatizzare i contorni, tra cui patate, piselli e fagioli, nonché zuppe e legumi, spiedini di pesce e pollame ecc; ma è anche ricco di proprietà benefiche: le sue foglie sono una delle fonti più ricche di potassio (che regola i liquidi corporei in eccesso, tenendo sotto controllo la pressione sanguigna), ferro, calcio, manganese, magnesio e selenio del mondo vegetale; contiene vitamine del gruppo B, beta-carotene, vitamina A, liposolubile e antiossidante, che mantiene sane le mucose della pelle ed è essenziale per la visione notturna; vitamine K, E, acido folico e vitamina X, che aiuta il corpo a sviluppare la resistenza contro gli agenti infettivi, influendo positivamente nella produzione di collagene nell’organismo. Grazie ai suoi principi attivi; è efficace contro i disturbi alle prime vie aeree respiratorie, dell’apparato gastrointestinale e delle vie urinarie; esercita un’azione antisettica, balsamica ed espettorante (utile contro tosse, pertosse, bronchite acuta e cronica) e, grazie al timolo, aiuta nei casi di diarrea e meteorismo.
ZINNIA
Le zinnie sono dei fiori colorati che non possono di certo mancare nel vostro orto. Sono un genere di piante appartenente alla famiglia Asteracee, originario del continente americano, in particolare del Messico che comprende specie erbacee annuali o perenni, alte da 50 a 100 cm, con numerosi ibridi orticoli dalle forme nane o giganti.
I variopinti fiori della zinnia iniziano a mostrarsi a giugno, per poi resistere fino all’arrivo dell’autunno vero e proprio.
La zinnia è un fiore facile da coltivare nell’orto perché poco esigente e rustico. Nell’orto i suoi colori lo rendono ottimo come pianta ornamentale capace di rallegrarlo con i suoi colori e creare un’atmosfera di natura fiorita. Risultima un’ottima alleata perché attira gli insetti impollinatori. Questo fiore piace molto anche alle farfalle, che non tarderanno ad arrivare se lo piantate.